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PROGETTO CANTINA DI MONTE BARRO
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L'Idea

La Cantina di Monte Barro, naturale integrazione della Vigna Maria Chaves, è concepita per la trasformazione dell’uva in vino e dei relativi processi dì affinamento, imbottigliamento, etichettatura, invecchiamento, confezionamento ed imballaggio delle bottiglie.

Anche questo nuovo piccolo progetto, come gli altri nostri a scopo lucrativo, ha una triplice valenza: innanzitutto impiega persone locali ed insegna loro un’attività produttiva a sostegno delle loro famiglie, utilizza un elemento della loro isola, produce un reddito da destinare alle opere sociali della nostra associazione.

L'Idea

La Cantina di Monte Barro, naturale integrazione della Vigna Maria Chaves, è concepita per la trasformazione dell’uva in vino e dei relativi processi dì affinamento, imbottigliamento, etichettatura, invecchiamento, confezionamento ed imballaggio delle bottiglie.

Anche questo nuovo piccolo progetto, come gli altri nostri a scopo lucrativo, ha una triplice valenza: innanzitutto impiega persone locali ed insegna loro un’attività produttiva a sostegno delle loro famiglie, utilizza un elemento della loro isola, produce un reddito da destinare alle opere sociali della nostra associazione.

Il progetto

Nel 2013 sono state prodotte le prime 50.000 bottiglie di vino e l’attività prosegue tuttora con regolarità.

Nel mese di Maggio 2015 è stato installato un impianto fotovoltaico da 100 kW per fornire energia sostenibile alla Cantina ed agli altri progetti di Amses Onlus e della Fondazione Padre Ottavio Fasano, garantendo in tal modo una continuità nell’erogazione dell’energia.

Oltre al locale adibito alla lavorazione delle uve, la Cantina Monte Barro è stata ampliata con una distilleria per il recupero e la lavorazione delle vinacce e per valorizzare sapori e frutti locali.

È dei nostri tempi (2018) l’installazione di un impianto predisposto per l’imbottigliamento dell’acqua. L’impianto è racchiuso in un container da 40” ed utilizza l’acqua sorgiva opportunamente testata da un Laboratorio italiano.

Il processo d’imbottigliamento prevede ancora un severo controllo, dopodiché le capsule sono soffiate e trasformate in bottiglie da 1,5lt e giungono nelle lojas e ristoranti con l’etichetta “Agua de Fogo”.

Il progetto

Nel 2013 sono state prodotte le prime 50.000 bottiglie di vino e l’attività prosegue tuttora con regolarità.

Nel mese di Maggio 2015 è stato installato un impianto fotovoltaico da 100 kW per fornire energia sostenibile alla Cantina ed agli altri progetti dell’Associazione Asde, garantendo in tal modo una continuità nell’erogazione dell’energia.

Oltre al locale adibito alla lavorazione delle uve, la Cantina Monte Barro è stata ampliata con una distilleria per il recupero e la lavorazione delle vinacce e per valorizzare sapori e frutti locali.

È dei nostri tempi (2018) l’installazione di un impianto predisposto per l’imbottigliamento dell’acqua. L’impianto è racchiuso in un container da 40” ed utilizza l’acqua sorgiva opportunamente testata da un Laboratorio italiano.

Il processo d’imbottigliamento prevede ancora un severo controllo, dopodiché le capsule sono soffiate e trasformate in bottiglie da 1,5lt e giungono nelle lojas e ristoranti con l’etichetta “Agua de Fogo”.

Testimonianze

Carlo Petrini, dicembre 2015

“Ho conosciuto padre Ottavio grazie ad una bottiglia di vino. Nel suo percorso è essenziale cercare forme di sviluppo che possano (…) dare un lavoro ai capoverdiani.

Il progetto della vigna non è semplice,  viste le caratteristiche dell’isola, dove bisogna sperimentare l’adattabilità di alcuni vitigni in queste terre così diverse dalle nostre e vedere come si riesce a produrre (…).

In questo caso, un vino rosso* molto ben fatto di grande carattere, prodotto utilizzando in maggioranza vitigni autoctoni con l’aggiunta di uve tempranillo.

Penso che sia stato un buon lavoro di ricerca, di pazienza e, considerato che siamo alle prime vendemmie, direi che possiamo aspettarci buone sorprese.”

* Vino rosso SanFelipe

Testimonianze

Carlo Petrini, dicembre 2015

“Ho conosciuto padre Ottavio grazie ad una bottiglia di vino. Nel suo percorso è essenziale cercare forme di sviluppo che possano (…) dare un lavoro ai capoverdiani.

Il progetto della vigna non è semplice,  viste le caratteristiche dell’isola, dove bisogna sperimentare l’adattabilità di alcuni vitigni in queste terre così diverse dalle nostre e vedere come si riesce a produrre (…).

In questo caso, un vino rosso* molto ben fatto di grande carattere, prodotto utilizzando in maggioranza vitigni autoctoni con l’aggiunta di uve tempranillo.

Penso che sia stato un buon lavoro di ricerca, di pazienza e, considerato che siamo alle prime vendemmie, direi che possiamo aspettarci buone sorprese.”

* Vino rosso SanFelipe